Ventidue anni di solidarietà e denuncia
Nel 2014 Emergency compiva vent’anni. Di seguito riporto quanto disse Gino Strada, uno dei fondatori di Emergency, al nostro Raduno Nazionale svoltosi nel settembre 2014, a Milano.
Bisogna trovare i modi affinché tra la gente inizi a radicarsi l’idea che la guerra è una cosa brutta, che chi la fa, la difende, la propone, la evoca, la giustifica, è un criminale ed uno stupido. Bisogna che cresca nella società il disprezzo verso tutti coloro che propugnano la guerra. Perché questi sono gli esseri peggiori tra gli esseri umani. Penso che l’abolizione della guerra debba essere l’impegno culturale prioritario di Emergency per i prossimi vent’anni, la traduzione di quello che vent’anni fa chiamammo promuovere una cultura di pace.
In poche parole è spiegata l’idea di fondo che accomuna tutti noi di Emergency.
Un no alla guerra, in ogni sua forma, senza se e senza ma. Perché, come dice Gino Strada, noi la guerra la conosciamo bene. In tutto il suo orrore è sotto gli occhi di chi lavora nei nostri ospedali in Afghanistan, in Iraq, in Repubblica Centroafricana, in Sierra Leone, in Sudan.
Nelle guerre moderne oltre il 90% dei morti e dei feriti sono civili. E di questi oltre il 70% sono donne, anziani e bambini.
Per questo Emergency “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, proprio come è scritto nell’articolo 11 nella Costituzione della Repubblica Italiana.
Emergency combatte la guerra con gesti di pace. Dove altri sparano e bombardano è presente con i suoi ospedali, offrendo cure gratuite e di altissima qualità. A tutti, senza distinzione di sesso, religione, razza o colore della divisa.
Emergency è anche presente dove la povertà e la mancanza dei diritti più elementari rendono impossibile ricevere cure sanitarie. Ad esempio in Sudan o in Italia, dove ormai sono molti, italiani compresi, a chiedere la nostra assistenza, come sempre gratuita.
In tutta Italia sono poi presenti i Gruppi territoriali dei volontari, impegnanti a diffondere una cultura di pace e a raccogliere fondi per finanziare i nostri ospedali. Fondi ben spesi perché i costi di struttura di Emergency sono di poco inferiori al 7%.
In poche parole: se ci donate 100 Euro, 93 vanno su cose concrete, nell’aiuto a chi ha bisogno. E questo è verificabile da ognuno di voi perché i nostri bilanci sono certificati da un ente esterno indipendente. Sono pubblici e scaricabili dal nostro sito www.emergency.it.
Mirko Silva
Gruppo Volontari Milano
Haji Jalil. Haji è il responsabile della sicurezza dell’ospedale di Anabah (*) dal 1999, ed è un simbolo per questo
ospedale. Dopo aver combattuto per anni contro i talebani, ha deciso di deporre le armi e di collaborare con Emergency per diventare un uomo di pace. La sua piccola città, Anabah, è stata dimenticata da tutti. Per questo nel 1999, Emergency ha deciso di ristrutturarvi un’ex deposito di carri armati trasformandolo in un ospedale dove curare le vittime della guerra.
(*) Anabah è in Afghanistan, Valle del Panshir